Ricordo ancora le risatine e le battute di scherno dei miei coetanei durante l’adolescenza.
Il bullismo cameratesco di certi stronzetti incolti e arroganti, quanto tronfi di momenti fallici.
Tra me e loro vi sono sempre stati almeno 2000 libri di distanza.
Per tale ragione non riuscirono a spezzarmi.
A trascinarmi nel fumo, nell’alcol o nella droga.
Le mie cazzate di gioventù sono sempre state troppo ingenue e sensate per destare scalpore o peggio: danni.
A 14 anni iniziai a leggere intuitivamente i tarocchi e vi risparmio le reazioni e i commenti di coloro che non mi vedevano normale e omologato.
Mi auto esclusi da tutto ciò che non mi faceva stare bene.
Fu dura.
A volte pensieri suicidari sfiorarono la mia mente, lo confesso.
Ma la mia Anima aveva troppo da dare e da vivere.
I libri 📚 mi salvarono da un sociale che non mi accettava.
Fui forte.
Onorai la mia anima e il mio sentire.
Sono sempre stato per pochi.
Non per snobismo, ma perché ho sempre percepito la pericolosità del branco.
Quell’uniformarsi da beoti che non mi appartiene.
Avevo cinque anni quando persi mia madre.
Ora una madre ha perso il suo bimbo di cinque anni a causa di un branco di imbecilli imbottiti di cannabis e follia.
Il mio pensiero va a quella madre e a quel bimbo strappato alla vita da un destino così infausto.
Quale giustizia per loro?
Il padre del bimbo aveva tutto il diritto di farsi giustizia da solo.
Perché certe cose sono inaccettabili.
Imperdonabili.
Punto.
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