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Tempo fa vi chiesi quale fosse la carta dei Tarocchi a voi più "sgradita" e analizzando i vostri commenti è emerso “vincitore” di questo insolito podio, il dodicesimo Arcano: L’Appeso.
Attesa, sacrificio, blocco, stallo, impotenza, sono alcune delle parole da voi utilizzate per indicare questa carta e non vi è dubbio che corrispondano a una parte delle sue simbologie. Tuttavia vorrei sottolineare quanto sia importante considerare un aspetto fondamentale racchiuso in questa lama: il cambio di prospettiva. Con il suo sguardo rivolto verso il Cielo, l'Appeso ci conduce verso un ideale più alto e a un cambio di visione. Un nuovo modo di osservare le cose e la Vita si rivela importante attraverso questa Lama. Errato considerarlo sempre in veste privativa o negativa. Il sacrificio ha una radice diversa. Sacrificare significa "fare del sacro" o rendere sacro. Questa è la riflessione profonda che dovrebbe muoversi in noi ogni volta che lo vediamo in una stesa. A prescindere da concetti religiosi e spirituali, cosa significa per noi rendere sacro? Siamo in grado di vedere le cose e la realtà con un'altra ottica oppure restiamo vincolati a uno schema chiuso che ci frena e blocca?
Che cosa è sacro per noi? Riflettiamo e proviamo a vederci e a vedere la realtà con occhi nuovi e diversi. Ci farà bene. Vi abbraccio.
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