Vorrei parlare delle persone che si lamentano sempre, ma che non alzano un dito per spostare una virgola alla loro biografia o una nota al loro spartito da "Lacrimosa". Peccato che la loro lagna non abbia lo stesso sublime effetto che produce l'ascolto del brano di Mozart.
Lamentarsi é comodo perché non impegna, non fa crescere, nel senso che fa restare infantili con delle pretese da "DAMMI!" e "VOGLIO!" e poi perché consente di attirare l'attenzione di qualche anima pia e ingenua che crede in un reale e oggettivo malessere. Lamentarsi é comodo perché consente di restare bambini e di delegare agli altri la responsabilità della propria felicità e delle proprie aspettative. Ed ecco che arriva la delusione e giù altre lagne da Emma Bovary o invettive da Maria Stuarda contro la famiglia, il quartiere, la società, la nazione, il mondo, la via lattea, gli alieni , il fato e Dio. Però non si muove un dito. Non si cambia...e poi tutto si ripete. Si abbaia alla Luna (come nei Tarocchi) incolpandola della propria frustrazione ed infelicità, ma la vera e unica responsabilità di chi è? Semplice: di CHI si lamenta. Troppo scomodo responsabilizzarsi, prendendo in mano la propria Vita per diventare adulti. Più facile la posa del lamento/piagnisteo. Crescere richiede impegno e fatica, ma quando ciò accade la Luna non è più vista simbolicamente come una cattiva madre e quindi in negativo, ma si trasforma in una Casta Diva che ci volge il bel sembiante. Vale a dire la capacità di vedere quello che abbiamo, (il bel sembiante, appunto) e non sempre e solo quello che ci manca.
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